Agronomo Milano: gestire il verde

Cambiamenti climatici e verde urbano

29.12.2013 12:03
I cambiamenti climatici sono un dato di fatto che sempre più condiziona i processi biologici.
 
Secondo la comunità scientifica nell'ultimo secolo la temperatura media sarebbe aumentata di quasi 0.8 gradi, un valore molto significativo per qualsiasi ciclo biologico. Piante comprese. Una tendenza, questa, ancora più accentuata in città dove le temperature sono significativamente superiori per via della cementificazione. Nonostante la comunità scientifica internazionale non sia ancora unanime nel correlare tale fenomeno all'emissione di gas serra da parte delle attività umane, il cambiamento climatico è sempre più un fattore che condiziona la progettazione e la gestione del verde. Alcune specie arboree, utilizzate nei decenni addietro molto diffusamente nelle città di pianura, quali betulle e faggi hanno dimostrato ampiamente le loro difficoltà di adattamento rendendosi protagoniste di diversi fallimenti progettuali. Per i luoghi più assolati come piazze e viali una valida soluzione può arrivare dal leccio. 
 
Si tratta di un albero appartenente al genere quercus, imparentato da vicino con la quercia e originario degli ambienti mediterranei.
Oltre che resistere molto bene alla siccità e ad elevate temparature è un sempre verde e qualora i sesti d'impianto siano corretti riesce a garantire chiome folte durante tutto l'anno.
 
A Milano è possibile osservare più di un esempio che va in questa direzione. Basti pensare al leccio che maestoso da decenni sorge a pochi metri dalla fontana di piazza Castello e alla recente riqualificazione del piazzale della stazione centrale dove tra i nuovi impianti delle aiuole
il leccio ha avuto sicuramente un ruolo molto importante. 
 
Accanto al leccio due specie originarie rispettivamente dell'America e della Cina, Liquidambar styraciflua e Liriodendron tulipifera, stanno diventando sempre molto più diffuse nei nuovi impianti arborei urbani in quanto ben adattabili agli ambienti urbani.
E' bene ricordare come le "specie autoctone" sono la soluzione tecnica solo in determinate situazioni, quando cioè l'obiettivo è ricostruire un ambiente naturale. In tutte le altre situazioni a più stretto contatto con l'attività dell'uomo (parchi, viali, parcheggi, aiuole) le condizioni ambientali possono essere molto più simili a contesti aridi o sub-tropicali.
 
Il ricorso a specie alloctone più che mai è un'esigenza per garantire impianti arborei di qualità capaci di durare per diversi decenni.
 
La scelta della specie sbagliata può compromettere investimenti importanti.  
 

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Andrea Bucci dottore agronomo a Milano, Monza, Pavia, Lodi, Bergamo e Brescia. Agronomo Milano.

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